mercoledì 14 novembre 2012

I: Il cane di Russell

Inaugurazione del locale

Benvenuti a tutti in questo locale per pochi infimi. Il parrucchiere di Russsell nasce con l'intento di rubare un po' di clienti all'omonimo barbiere che ogni giorno, dall'altra parte della strada,  ha la bottega piena. 
Ovviamente la sala e l'ambiente qui sono completamente diversi. Di là è sempre pieno di gente seriosa e triste. Uomini chiusi e meditabondi nei loro fogli, nei loro calcoli, nelle loro formule incomprensibili.
Avreste dovuto vedere che faccia aveva il primo cliente che aveva inaugurato il locale. Se non ricordo male si chiamava Laudadio, o qualcosa di simile. Quello che sicuramente ricordo è che se ne andò via tristissimo. Era la fine dell'Ottocento (eh si perché questo locale ormai ha una solida tradizione), e un signore con una barba nera lunghissima- che a vederlo sembrava di primo acchito un taglialegna-  se ne andò strappando pagine e pagine di un manoscritto che aveva impiegato anni a terminare. Anzi, diceva che stava per dare alle stampe anche il secondo volume. Se ne uscì con la barba ancora integra, non scalfita nemmeno di striscio dalla lama del barbiere. Anche i capelli a guardarli bene sembravano a uno a uno nella stessa identica posizione che li aveva prima che entrasse nella bottega. Ho provato a chiedergli cosa è che non lo avesse convinto in quella nuova attività aperta poche ore prima da un giovanotto inglese di nome Bertrando. Aveva 19 anni appena questo ragazzo ma di lui la gente già elogiava il talento. Cosa poteva aver fatto di così orribile a quell'omaccione tedesco? In fondo- mi dicevo- tutti possono sbagliare. C'era bisogno davvero di prendersela così? 



E' passato poco più di un secolo da quel giorno, dal primo cliente. E la bottega ha visto nell'arco di questi cento anni clienti di ogni genere: ingegneri, fisici, matematici, scrittori (mi ricordo il giorno che in un angolo della via adiacente uno scrittore brasiliano, un tale Jorge, mi chiese le indicazioni per arrivare dal "famoso" barbiere), logici, saltimbanco, parolieri, etc... sono passati migliaia e migliaia di persone in quel locale. Così tante che mi ha fatto sempre parecchia invidia. Invidia fino a un certo punto però, era molto frequentato è vero, ma come vi ho già detto, erano tutte persone tristi, paranoiche (alcuni le definirebbero geniali- non io!), con grossi problemi a relazionarsi con gli altri e tra loro. Per questo dopo tanti anni ho deciso di aprire un locale diverso, per persone più easy (Bertrando che è inglese me lo concederà questo termine, soprattutto quando si accorgerà che gli avrò rubato parecchi clienti!), più rilassate, più leggere, i cui problemi non debbano necessariamente confluire nelle basi dell'esistenza o nella ricerca dell'ultima suprema verità. Qui si faranno giusto chiacchiere per passare un po' di tempo, magari si farà del gossip e i problemi che verranno trattati saranno totalmente futili.



Anzi, voglio essere proprio io il primo ad aprire la danza delle futilità. Questa questione mi ha tenuto sveglio tutta la scorsa notte. Tre giorni fa avevo lasciato il mio cagnolino (che, per ripicca con il mio dirimpettaio di bottega ho chiamato Jack Russell), legato a un angolo della mia casetta (della quale avevo chiuso prima di uscire tutte le porte e tutte le finestre) con un guinzaglio che era lungo esattamente quanto il perimetro della mia casa. Così lui poteva muoversi abbastanza liberamente ma senza scappare o finire sotto qualche camion in corsa (dai quali, per qualche incomprensibile ragione, è sessualmente attratto).
Quando sono rientrato ho trovato la mia vicina che, appena mi ha visto, mi ha cominciato a inveire contro. Sosteneva che il mio cane, dopo avere fatto due giri consecutivi e nella stessa direzione attorno alla casa, in un interminabile inseguimento, aveva acciuffato e mangiato il suo povero gattino (Gotty).
Le dissi che la cosa mi sorprendeva moltissimo. Non che avesse mangiato il suo povero gattino (d'altronde quello fa parte della natura- e, detto tra noi, mi stava anche un po' sui coglioni), ma che il mio piccolo Jack fosse riuscito a fare due giri consecutivi nella stessa direzione attorno alla casa. 
Mi stava dicendo la verità? Oppure era soltanto una scusa della vecchietta per prendersela con la mia piccola peste (guardate la foto, quanto è carina!)? 
Visto che i clienti del barbiere sono tutti studiosi troppo impegnati per occuparsi di questa questione io chiedo aiuto a voi. Può essere successo davvero? Se si come?


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