domenica 25 novembre 2012

III: La uno, la due o... la trè?

III: La uno, la due o... la trè?

L'altro giorno ero andato un attimo dal barbiere, mio acerrimo nemico e dirimpettaio, a farmi prestare un po' di balsamo che avevo finito. Appena sono entrato nel salone ho visto una miriade di persone tristi che stavano intenti, per ammazzare il tempo dell'attesa, in giochi complicatissimi: a scacchi, a scacchi senza vedere la scacchiera, a scacchi progressivi, a go, a reversi e a un'altra miriade di giochi di cui non conoscevo nemmeno lontanamente il nome. 


Ma ora mi chiedo, non ci sono già tante cose da pensare nella vita di tutti i giorni per dover sentire il bisogno di pensare e di stressarsi (perché vi assicuro erano tutti molto stressati!) anche quando si gioca? Se volete divertirvi nell'attesa, venite nel mio salone. Organizziamo giochi più divertenti e meno impegnativi: la tombola, l'albero della cuccagna, il sette e mezzo, e anche altri che- per motivi legali- non posso nemmeno citare in questa sede.

Proprio mentre vi sto raccontando questi aspetti funzionali del gioco nella società moderna, arriva la telefonata che stavo aspettando da mesi! Sono riuscito a prendere la linea per il gioco più emozionante del momento: le porte della sala di Monti. Si lo so che non lo avete mai sentito. E' relativamente nuovo. E' molto simile al gioco dei pacchi (altro evento imperdibile del palinsesto televisivo) ed ora ve lo spiego velocemente. C'è un conduttore che ci invita a scegliere una delle tre porte possibili: la uno, la due o la trè. Dietro a una di queste porte c'è una bellissima macchina, dietro le altre due c'è una capra. Lo scopo del gioco è- ovviamente- trovare dietro quale porta si cela l'automobile. Tutto qui. Adesso però lasciatemi rispondere al telefono che se perdo la linea faccio una strage!


Salto per l'emozione i convenevoli, il conduttore mi chiede dietro quale porta è il fantastico premio e io mi ritrovo a fare la delicata scelta. Quanto vorrei avere qui in questo momento qualcuno dei tipi tristi che frequentano la tristissima bottega di Russell qui di fronte, loro si che mi saprebbero consigliare il numero giusto. Come ci posso ragionare? Il tempo stringe e serve un numero. Vediamo... se sommo le dita delle mani a quelle dei piedi dividendole per il numero degli arti aggiungendo il numero delle teste e dividendo per il numero di brufoli che ho sulla fronte... si ho deciso. Scelgo la porta numero due! Il mio ragionamento non fa assolutamente una piega. Giunti a questo punto il conduttore- da regolamento- mi deve fare una proposta. Il bravissimo Mario da Filippe (l'erede naturale dell'indimenticato Michele Goodmorning) ha aperto la porta numero tre, dietro alla quale c'era una graziosa capretta. Mi sta chiedendo se voglio cambiare la mia scelta. Se voglio passare, cioè, dalla porta che ho scelto, all'altra rimasta chiusa, la numero uno. 
Visto che le grandi menti sono tutte dal barbiere qua davanti, se c'è qualcuno qui nel mio salone che potrebbe darmi una mano, gliene sarei davvero grato. Devo perseverare nella mia scelta oppure devo cambiare porta? 

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