sabato 31 agosto 2019

Il mio primo grande libro sugli uccelli

Il mio primo grande libro sugli uccelli

Autore: Francesco Barberini
Prima pubblicazione: 2017
Casa Editrice: Stampa Alternativa
Pagg: 190 circa

Conosco Emiliano da una ventina d'anni. Forse anche qualcosa di più. Un ragazzone di due metri con i capelli lunghi. Ci siamo incontrati su un campo da pallavolo nei primi anni Novanta (circa 15 chili fa) ed è nata una bella amicizia. Spontanea. Di quelle che si conservano intatte anche dopo anni di non incontrarsi. Perché con le belle persone, con gli amici, spesso succede così. 
Ovviamente su facebook eravamo in contatto. Così nel corso degli ultimi anni ho cominciato a seguire quel profilo strano che portava due nomi. Ma non come quelli tristi di alcune coppie! Era un profilo unico padre-figlio. E visto che qualche anno fa- strano a dirsi- il figlio era ancora più piccolo di oggi che ha 11 anni, la cosa è del tutto naturale e sana. Anche se non avesse messo il nome del figlio Francesco sul profilo mi ero accorto che non era sempre lui a scrivere perché molte volte comparivano post sensati e interessanti. :-) Post che parlavano di uccelli, spesso accompagnati da belle immagini. Così ho cominciato a seguire il piccolo Francesco attraverso il social di Zuckemberg, gli articoli di giornale, gli interventi in importanti trasmissioni televisive (l'incontro con Piero Angelo glielo invidierò a vita!). 
Cosa ha di particolare questo ragazzo? La curiosità (di tutti i ragazzi) verso ciò che lo circonda e una forte passione per il mondo degli uccelli. A soli 11 anni ha appena pubblicato il suo quarto libro su questo bellissimo hobby che lo porta a stare a stretto contatto con la natura e in posti bellissimi.


Ho conosciuto Francesco soltanto questa estate (anche io fossi stato il padre non sarei stato contento di fargli conoscere un tipo come me e avrei rimandato l'incontro il più possibile). Ci siamo scambiati i libri e abbiamo parlato un po' nel suo bellissimo giardino. La prima cosa che mi ha colpito è quel modo di parlare un italiano pulito, corretto che molti dei nostri politici si sognano e che quasi ti spiazza nella bocca di un ragazzo poco più che decenne. Mentre parlavo con lui ho sfogliato questo libro di cui mi sono subito innamorato. E' una specie di vademecum per chi vuole iniziare l'attività di birdwatcher. Nell'introduzione spiega come è nato questo amore per l'osservazione dei volatili (non me ne voglia se ho usato il termine in maniera impropria), da un film documentario visto quando ancora non sapeva parlare: Il popolo migratore (o più brevemente Pio Pio come lo chiamava e chiama Francesco) di Jaques Perrin del 2001 (quindi neogenitori pensateci due volte prima di far vedere a vostro figlio Madagascar o Dumbo!). Ho letto questo libro durante le vacanze in Trentino e nel mezzo delle lunghe camminate nei boschi avrei voluto saper riconoscere anche io con la sua stessa facilità le specie piumate che sentivo o intravedevo lungo il sentiero.
Riconoscere le varie specie di uccelli (o di piante o di pesci o di quello che volete voi) è una capacità che va di gran lunga oltre il semplice nozionismo o la memoria fotografica. E' un ottimo esercizio per il cervello che impara a individuare la tipologia di uccello in base a tante piccole differenti caratteristiche. E' una ricerca implicita di schemi e regolarità dove sembra regnare il caos più selvaggio. E in questo non è tanto diverso da quello che fa un matematico di professione. 
Quindi è un libro che mi sento di consigliarvi come regalo a un bambino, a un ragazzo, a un adulto o per voi stessi. Le immagini che ci sono dentro sono talmente belle che sembrano prese da Super Quark. Però non illudetevi... non basta un libro per sviluppare le capacità dell'aspirante ornitologo. Per quello serve pazienza, passione e un impegno costante...  in ogni caso è pur sempre un inizio!
Per chi fosse interessato a sapere di più su questo piccolo autore può visitare il sito: www.aspiranteornitologo.it
A breve lo intervisterò e lo conosceremo meglio.
Buona giornata e buona vita!
CM

giovedì 22 agosto 2019

Le 17 equazioni che hanno cambiato il mondo

Le 17 equazioni che hanno cambiato il mondo

Autore: Ian Stewart
Prima pubblicazione: 2012
Casa Editrice: Einaudi
Pagg: 460 circa

La lettura della mia estate è stata questo bel libro di Ian Stewart. Essendo l'estate un periodo di relax e spensieratezza non ho voluto rischiare e ho scelto questo lavoro del professore inglese per andare sul sicuro. Nel mio libro avevo preso numerosi spunti da un altro bellissimo lavoro di Stewart che era  La piccola bottega delle curiosità matematiche del professor Stewart, una raccolta di problemi e aneddoti molto interessanti. Questo libro è diviso in 17 capitoli, ognuno dei quali è dedicato a una equazione che l'autore ha ritenuto fondamentale per lo sviluppo della matematica, della fisica e della tecnologia. Tra le equazioni affrontate nel libro troviamo l'equazione simbolo della relatività di Einstein, le equazioni di Maxwell, l'equazioni della dinamica di Newton, quelle della teoria dell'informazione di Shannon, etc... 



La parte più interessante del libro è il percorso, descritto con molta precisione dall'autore, che ha portato alla scoperta di una determinata equazione e le numerose applicazioni dal punto di vista scientifico-tecnologico che quella formula ha poi sviluppato. Non importa se il lettore non riesce a seguire alcuni passaggi matematici presenti nel testo. Non sono indispensabili a coglierne il significato. Si possono saltare tranquillamente. E' un libro che può essere letto senza problemi da uno studente degli ultimi anni di una scuola superiore. 
L'unica critica (se così la possiamo definire) che faccio all'autore è di aver forzato la mano sul termine "equazione". Tra le 17 che il professore studia e discute ce ne è qualcuna che, dal mio personale punto di vista, tanto equazione non è. Mi riferisco in particolare alla relazione che porta alla definizione dell'unità immaginaria o alla descrizione di una proprietà dei logaritmi. Essendo Ian Stewart uno dei più grandi divulgatori di matematica esistenti, può fare quello che vuole. La prendiamo serenamente come una licenza poetica. Soprattutto per l'importanza che hanno avuto nella storia della matematica quelle "non equazioni" di cui ho detto sopra. 
E' tutto sommato un libro che si lascia leggere bene e che offre numerosi spunti di riflessione. Assolutamente consigliato.
Buona giornata e buona vita!
CM

sabato 10 agosto 2019

Le dita del marziano

Le dita del marziano

In diversi in questi giorni mi hanno scritto per commentare e discutere la soluzione del problema dell'alieno della Lezione n.2, Esercizio n. 2, pag. 34.



Riporto per intero il testo del problema, tratto dai quesiti di ingresso alla normale.


Abbiamo asserito prima che noi usiamo il sistema decimale di numerazione in quanto abbiamo dieci dita.
Un marziano, dopo aver visto scritta l’equazione:

x16+ 41 = 0,

invitato a scrivere la differenza delle radici, scrive 10. Quante dita hanno i marziani? Si sa (non mi chiedete come!) che per i numeri tra 0 e 6 la scrittura dei marziani coincide con la nostra e che i marziani, sempre come noi, hanno due mani!

Il problema ci chiede quindi di individuare la base con cui contano i marziani.

Data un'equazione di secondo grado: ax+b+ c = 0 conosciamo la formula risolutiva e potremmo provare ad attaccare il problema con quella.

Ci accorgiamo subito che, dal momento che non conosciamo la base, ci resta complicato sia calcolare il quadrato di un numero, sia fare somme, differenze e moltiplicazioni di due.

Possiamo però tentare un'altra strada. Conosciamo le relazioni che legano, indipendentemente dalla base, le soluzioni ai coefficienti dell'equazione stessa. In particolare sappiamo che:


L'ultima cosa che ci resta da capire è come interpretare i coefficiente scritti nella base da trovare. Questo è abbastanza semplice.  Pensiamo cosa vuol dire in base 10 la scrittura 38, 3 volte 10 + 8, così come in base 2 la scrittura 11 sta per una volta 2 +1. Allora i coefficienti che compaiono nell'equazioni, supponendo la base incognita B, li possiamo pensare come:
16 = B+6 e 41 = 4B+1. La differenza indicata dal marziano come 10 sarà semplicemente B.

A questo punto serve solo un po' di pazienza per mettere tutte le informazioni a sistema e risolvere:


Da cui si ricavano le due soluzioni: x1=3, x2 =11 e B=8. Quindi i marziani hanno 8 dita!

Buona lettura e buona vita,
CM

La grande storia degli scacchi

La grande storia degli scacchi  Autore: Mario Leoncini Prima pubblicazione: 2020 Casa Editrice: LEDUETORRI Pagg: 500 circa Ho comprato per l...